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Giovanni Leone, un navigatore ai più sconosciuto

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Giovanni Leone, un navigatore ai più sconosciuto Empty Giovanni Leone, un navigatore ai più sconosciuto

Messaggio Da Lo Zingaro Sab Mag 01, 2010 11:49 pm

Allego una parte del suo diario di bordo

La redazione di ITALIAMIGA, in questo giorno della memoria, intende ricordare un piccolo, sconosciuto eroe che, per primo, ha tentato collegare con un laccio invisibile di solidarietà gli esuli istriani e dalmati nel mondo, effetuando una crociera in solitario intorno alla terra. Malgrado le forze della natura sembrassero essere più forti di lui, non si è tirato indietro: è stato speronato, ha avuto una serie infinita di danni durante le tempeste nell'attraversare l'oceano Atlantico, nel costeggiare l'Argentina e nell'attraversare Capo Horn. Si è dovuto fermare varie volte per riparare l'imbarcazione, lo Joshua, assoggettandosi ai lavori più faticosi a Ushuaia, l'ultima terra abitata del continente americano (fondata da 400 emigranti friulani, nell'800), poi quando tutto sembrava risolto, è stato fermato dalla burocrazia. Parliamo di Giovanni Leone, un camionista di Monfalcone che ha combattuto la sua battaglia, con il suo Joshua, contro le avversità atmosferiche potendo contare su pochi amici, senza i grandi media (solo il Piccolo di Trieste si è occupato di lui) e senza sponsor. ITALIAMIGA vorrebbe dedicare anche a lui questa giornata della Memoria.

Ecco la cronaca del giorno più terribile della sua avventura:
Joshua e' stato capovolto in Pacifico, gia' a 200 mg. a Ovest di Capo Horn. Montagne di acqua frangente lo hanno sollevato, girato e sepolto con gli alberi sott' acqua a piu' di 135 gradi.

Il giorno 01 luglio 99 alle ore 18 UTC ho doppiato Capo Horn (per la prima volta), il tempo era pessimo ma gestibile.

Nel giro di un paio d' ore la prima tempesta, forza 9-10. Verso sera presa la cappa per 1 notte e 1/2 giornata; durante le quali sono stato ricacciato a SE, ridoppiando all' indietro Capo Horn.

Il 2 luglio ho ripreso la navigazione, anche se molto dura. Lo yankee 2 e mezzana fatti a brandelli. Montata la tormentina; con solo essa velocita' di oltre 9 nodi, sbandamento circa 50 gradi. Tutto vibrava, alberi..... scafo..... tutto. Joshua ha sopportato colpi tremendi. La seconda tempesta si e' portata a forza 10, o forse piu', un inferno spaventoso. Sono stato coricato con gli alberi in acqua credo 2 o 3 volte. Ha cessato di funzionare la pompa di sentina....... acqua e gasolio della stessa salivano su per le pareti, mobili e gavoni durante gli sbandamenti.

Pavimento, moquette, materassi ecc.. tutto intriso, viscido.

Durante il giorno 04 luglio sopraggionta la terza burrasca, che sara' la peggiore e piu' forte nel giorno 05 luglio. Ha cessato di funzionare il GPS e le batterie del motore sono state sradicate nonostante le cinghie. Subentrato un corto circuito, odore di bruciato... Cessa di funzionare il VHF ed il solenoide di avviamento del motore si brucia.

Preoccupante rumore proveniente dall' asse elica, che per effetto dell' acqua e della velocita' di Joshua , girava impazzito. Impossibile bloccarlo.

Il livello dell' acqua in sentina saliva.......... e la pompa era bruciata; sgottavo prima a mano, poi vi ho deviato il tubo di aspirazione del WC usandone la sua pompa a mano.

Ridoppiato Capo Horn verso Ovest insistendo sulla rotta programmata. Con il solo fiocco da cappa di mt.8,

Joshua, in una vibrazione continua e terribile lungo tutto lo scafo, schizzava a quasi 10 nodi con colpi tremendi di prua. Poi, bevendo un po' d' acqua ho scoperto che i 600 lt. dei serbatoi erano salati; e non so spiegarmi ancora come. Forse dal tappo in coperta, o altra causa non ancora nota, il mare si e' parzialmente sostituito all' acqua dolce. Non potendo dunque navigare per 3 mesi senza acqua dolce, decido di invertire la rotta e tornare almeno a Port Williams, sull' isola Cilena di Navarino per sistemare le cose e riprendere il viaggio.

Giorno 05 luglio 99. Mi trovavo a 200 mg. ad Ovest di Capo Horn, invertita la rotta. GPS muto o funzionava solo a brevi tratti; sestante inutilizzabile per cielo nero e nuvoloso. La tempesta continuava ad infuriare con intensita' leggermente crescente. Alle 03,00 mancavano 60 mg. circa al 4* doppiaggio di Capo Horn, ma questa volta verso Est. Il barometro scende ancora a 985, sapro' poi a Port Williams che sono incappato in un sistema di ben 8 depressioni, un' esagerazione !! Sembrano messe tutte li per uccidere qualunque forma di vita, visto che laggiu' vita non c' e'. Dalle 03,00 in poi la cosa diventa sempre meno gestibile........

Ore 09,00 del mattino, il GPS riesce a darmi il punto: S 56.32 - W 67.16 e....... TRAGEDIA !!

Ho percepito un sordo ma possente boato, subito seguito da un colpo tremendo ed una sensazione di vuoto allo stomaco, tipo montagne russe. In un paio di secondi Joshua e' stato sollevato da un' ondata tremenda, enorme e frangente. Poi e' stato girato, spinto in giu' e sepolto con gli alberi in giu', a piu' di 135 gradi sott' acqua. Ho visto volarmi addosso ogni cosa con velocita' e forza incredibili. Un' ascia ha lasciato il suo posto andando a conficcarsi sul legno della parete di fronte. La radio SSB sradicata e sparata sul bollitore, come pure altra strumentazione. Caos tremendo. Gasolio fuoriuscito da qualche parte era dappertutto, come pure olio motore fuoriuscito da una latta da 20 lt. rottasi.

Poi il silenzio totale......... e per alcuni secondi solo il gorgoglio del ribollire dell' acqua....... Joshua era sotto........

Appena raddrizzato, nel caos che regnava ovunque, ho fatto subito un' analisi della situazione del momento.

Tormentina parzialmente danneggiata sulla balumina; strallo di prua spezzato; come pure una volante della maestra. Crocetta destra divelta, portata via; alcune sartie andate... Radar fuori uso (credo per acqua nello scanner). Rullo di cima strappato dalla coperta, cosi' pure le luci di navigazione e di testa d' albero ecc.; ciambelle, boette luminose ecc.... tutto ! Timone a vento spezzato. Piu' tardi perdero' anche l' elettrico che si brucera' e cessera' di funzionare. I silent block del motore divelti; esso ora balla pericolosamente nel suo vano. Ho dovuto bloccarlo con una catena, in caso di nuovo capovolgimento.

Temevo per l' albero ormai sostenuto solo dalle sartie basse, che la tormentina senza piu' strallo sollecitava esageratamente. Ho potuto navigare per molte ore con mure a sinistra per NE, lato in cui avevo ancora una sartia alta. Il motore anch' esso quasi fuori uso, mi ha dato problemi ininnominabili, piantandomi anche 3 volte nell' angusto Paso Picton, canale tra le isole Picton e Navarino, di notte, senza luna e con vento di 45 nodi.

Con mezzi di estrema precarieta', senza dormire, ne' mangiare, ne' pilota di alcun tipo, dalla mattina del 05 luglio alla sera dell' 08 luglio, sono riuscito a raggiungere prima Port Williams in Cile e poi Ushuaia in Argentina, alle 19,00 UTC. In Capitaneria Cilena ho richiesto la mappa del tempo del 05 luglio, che ti allego. Come puoi vedere e' una cosa esagerata, mai tante depressioni insieme, io e Joshua non abbiamo avuto fortuna ne' con il tempo, ne' con le mie attrezzature. Nulla mi ha aiutato, tutto si rompeva, tutto cedeva. Solo lo scafo e' stato all' altezza della situazione, credo di dovere a lui la vita che ancora conservo. Sono propenso nel credere che uno scafo di legno o fibra di vetro avrebbe potuto essere stato fatto a pezzi, senza tanti complimenti...

Tutte le attrezzature sono purtroppo vecchie, tutto ha gia' una sua usura, nulla e' resistente come nuova. Questo e' uno dei motivi di tutto questo cedimento; materiali e attrezzature stanche per mancanza di mezzi.

Per questo motivo ora Joshua e' impotente a riprendere il viaggio in tempi brevi, ti prego percio' di informare tutti i circoli, Consolati, amici e quant' altri aspettano, seguono o sono comunque interessati. Per favore, fallo tu; io ho limitate possibilita' di usare molto internet a livello di amicizia, tutto costa caro qui'; tra l' altro ora al Club AFASYN sono a pagamento...

Comunque per la cronaca, neanche questo mi piega o mi ha intimorito, sono piu' agguerrito che mai, ed appena saro' in grado di rimettere in sesto Joshua, il viaggio continuera' fino a portarlo a termine.

Qui é quasi inverno, fa molto freddo; e certamente non é l´ideale per Capo Horn, specie verso West, pero voglio andarmene da qui. Questo fax serve come saluto, anche se mi occorreranno ancora una decina di giorni o più per le cose ancora da fare: Poi avrò le provviste, combustibile, burocrazia ecc.. Perciò se ti fa piacere rispondermi, sai di avere sicuramente più di una settimana di tempo. Il giorno della mia partenza reale ve lo comunicherò sinteticamente con due righe di e-mail e fax. Ciao Comodoro! E grazie ancora per la buona intenzione.
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